giovedì 15 maggio 2008

Sulla Riva del fiume


Sono mesi che aspetto seduto sulla riva del fiume , vediamo se schivano anche questa.

MILANO - Un nuovo caso di intercettazioni telefoniche getta ombre sul mondo del calcio, avvelenando l'attesa della finale dello scudetto di domenica per l'Inter. Diversi giocatori nerazzurri risultano aver avuto contatti con Domenico Brescia, titolare di una sartoria nella zona di Saronno, ed ex frequentatore assiduo della Pinetina, indagato dalla procura distrettuale antimafia milanese e dai carabinieri del Ros in un'indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso, connessa al traffico di stupefacenti. Materazzi, Ibrahimovic, Zanetti, Mihajlovic e l'allenatore Mancini sono coinvolti nella faccenda, che rimane tutta da chiarire. Nessuno di loro è al momento indagato, né implicato in vicende penalmente rilevanti. Brescia, che aveva già avuto guai con la giustizia e che recentemente gli stessi vertici dell'Inter avrebbero allontanato dalla Pinetina, attraverso un amico - anche lui indagato - procurava a prezzi vantaggiosi macchine di lusso e altri oggetti di valore. Forse ignorando il suo passato, i giocatori nerazzurri si avvalevano dei suoi servizi e col tempo erano anche diventati amici. Gli inquirenti hanno anche espresso il dubbio che i rapporti fra gli indagati e i giocatori che domenica a Parma lotteranno per lo scudetto potessero andare al di là della compravendita degli oggetti: si sta cercando, in particolare, di chiarire il significato di alcune conversazioni oscure, che lasciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati delle affermazioni intercettate.

(15 maggio 2008)Droga e non scommesse.

Secondo l'agenzia Ansa, invece, l'inchiesta sarebbe della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) e riguarderebbe esclusivamente un traffico di droga, dopo aver preso spunto dall'arresto, nei mesi scorsi, di un agente di Polizia Penitenziaria che recapitava stupefacenti in carcere. Un indagato, parlando al telefono con altri, avrebbe fatto il nome di alcuni calciatori come possibili acquirenti della droga. L'inchiesta è condotta dal pm della DDA Marcello Musso che, per le indagini, ha delegato i carabinieri del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) di Milano.

ilmessaggero.it

Un mare di telefonate, un mare di intercettazioni. Da una parte del filo ci sono due criminali di alto livello, al centro di una inchiesta della Procura Antimafia di Milano per traffico di cocaina. E dall’altra parte ci sono quelli dell’Inter. Giocatori, staff tecnico, dirigenti della squadra nerazzurra. Che con i due malavitosi intrattengono rapporti d’amicizia e di affari di ogni genere. Nulla di penalmente rilevante: lo dicono a chiare lettere gli stessi carabinieri del Reparto Operativo Speciale nella lettera con cui stralciano le chiacchierate con i calciatori dal fascicolo principale. Ma intanto le telefonate sono state trascritte, una per una. Il quadro che ne esce è, indubbiamente, irrilevante sul piano penale. Ma, altrettanto indubbiamente, costringe a chiedersi il perché di tanta familiarità con due balordi, a interrogarsi sulla facilità con cui personaggi simili avevano accesso alla Pinetina, quartier generale del club di Massimo Moratti, e ai suoi uomini più in vista. Interrogativi che piombano sull’Inter nel momento più delicato della sua stagione, a quattro giorni dall’ultima spiaggia che la attende a Parma.Il più autorevole dei due pregiudicati si chiama Domenico Brescia, gestisce un negozio d’abbigliamento a Rovello Porro, nel Comasco, a quindici chilometri dalla Pinetina. Nell’ambiente lo chiamano «il sarto dell’Inter», ma i favori che fa agli uomini in nerazzurro vanno ben oltre il sistemare le maniche della giacca. A tecnici e giocatori Brescia fornisce telefoni, automobili, orologi, aiuti di ogni genere. Leggendo le intercettazioni si nota con un certo stupore come persone piuttosto abbienti come gli uomini di Moratti si debbano rivolgere, per fare acquisti, non in un normale negozio ma all’«amico» in grado di strappare sul mercato parallelo prezzi di assoluto favore. Ma questo non sarebbe tanto grave, se l’amico fosse una persona per bene. Il problema è che Brescia non è per bene. Niente affatto.
Il suo certificato penale dice che il «sarto dell’Inter» ha alle spalle precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, rapina e persino per l’omicidio di un rivale, commissionato a un clan di siciliani trapiantati nella zona milanese di Quarto Oggiaro. Meno ingombrante il curriculum dell’altro pregiudicato, tale Bizzozzero, che ha «solo» precedenti per associazione mafiosa e fino a pochi mesi fa - quando è stato arrestato in Francia - era inseguito da un mandato di cattura per bancarotta e conduceva una tranquilla latitanza in Costa Azzurra.
Con entrambi, i contatti degli uomini in nerazzurro sono intensi e più che amichevoli. Negli ultimi sei mesi in cui i due sono stati intercettati, i brogliacci dei carabinieri hanno dovuto riportare ogni giorno, più volte al giorno, i nomi dei vip di Appiano Gentile. Quando si è trattato di tirare le somme, il totale è risultato impressionante. Si tratta di ben 1.686 telefonate, tutte trascritte una per una. L’elenco degli interisti intercettati dice che i due balordi preferivano i contatti con gli uomini di primo piano. Si tratta dell’allenatore Roberto Mancini, del suo vice Sinisa Mihajlovic, del capitano Javier Zanetti, del difensore della Nazionale Marco Materazzi. Tutti identificati uno per uno dai carabinieri. Insieme a loro, a chiacchierare amabilmente con Brescia e Bizzozzero sono un tecnico interista, Fausto Salsano, e un dirigente, Rocco Di Stasi. E, come se non bastasse, una delle bandiere più gloriose del passato interista: Alessandro Altobelli, il leggendario Spillo, centravanti dell’Inter del dodicesimo scudetto.
Proprio Altobelli si segnala per intensità dei rapporti, ma anche i campioni del presente si danno da fare parecchio. L’ipotesi che non sapessero con chi avevano a che fare è doverosa ma appare smentita dalle intercettazioni, almeno per quanto riguarda Roberto Mancini: in una delle conversazioni con Bizzozzero, l’allenatore interista dimostra chiaramente di essere al corrente del fatto che il suo interlocutore è latitante e si lascia andare anche a qualche battuta su questa imbarazzante circostanza.Per il resto, un andirivieni di richieste, incontri, favori fatti e ricevuti. In più di un’occasione Brescia appare come una sorta di factotum degli interisti, l’uomo di fiducia cui ci si rivolge per ogni tipo di necessità. Nel frattempo, Brescia traffica in coca, ma il giro della «polvere» non sembra mai lambire la Pinetina. In un paio di telefonate, l’oggetto dei rapporti tra il malavitoso e i nerazzurri non è chiarissimo, e per questo gli investigatori hanno riflettuto a lungo se valesse la pena di approfondirlo con un apposito fronte di indagine. Ma alla fine è prevalsa la convinzione che davvero non ci fosse materia per mettere sotto inchiesta gli uomini della squadra campione d’Italia.
Luca Fazzo
IL GIORNALE

Maxi sequestro di cocaina, 15 arresti
Tra gli acquirenti anche calciatori
L'inchiesta della Dda su un traffico di droga che arrivava dall'Albania e dall'Olanda. In tre anni 45 narcotrafficanti in manette e oltre 100 chili di stupefacente sequestrato. Un indagato avrebbe fatto il nome di alcuni calciatori come possibili acquirenti della drogaMilano, 15 maggio 2008 - I militari del Gico della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito la notte scorsa 15 ordinanze di custodia cautelare nell'ambito di un'operazione denominata 'Tsunami', che nel corso di tre anni ha portato in carcere 45 narcotrafficanti e ha fatto sequestrare 67 chili di cocaina e 35 di eroina. Le 15 persone arrestate sono di origine albanese.Nell'inchiesta della Dda di Milano, coordinata dal pm Giuseppe D'Amico, è emerso che i trafficanti importavano la droga dall'Albania e dall'Olanda, per rifornire il mercato lombardo del quale farebbero parte anche calciatori (non indagati). Le ordinanze di arresto sono state firmate dal gip Cristina Di Censo.L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sul traffico di droga ha preso spunto dall'arresto, nei mesi scorsi, di un agente di Polizia penitenziaria che recapitava stupefacenti in carcere. Un indagato avrebbe fatto ilnome di alcuni calciatori come possibili acquirenti della droga.





21 commenti:

Califfo ha detto...

News :
INTERCETTAZIONI INTER: BRESCIA ACCUSATO DI CESSIONE 2 KG COCA

Domenico Brescia, il sarto intercettato al telefono con l'allenatore dell'Inter, Roberto Mancini, e con altri calciatori dello stesso club, e' stato fermato, ieri sera, dai carabinieri perche', in concorso con altre persone, avrebbe ceduto 2 kg di cocaina . L'udienza di convalida del suo fermo e di un analogo provvedimento per altri 4 indagati si svolgera', domattina, davanti al Gip di Milano, Alessandra Cerreti. (AGI) - Milano, 16 mag. -

http://www.agi.it/news/notizie/200805161358-cro-rt11073-art.html

INTERCETTAZIONI INTER: ALTRI QUATTRO FERMI OLTRE A BRESCIA

Oltre a Domenico Brescia, il sarto intercettato al telefono coi giocatori e l'allenatore dell'Inter, Roberto Mancini, sono state fermate altre quattro persone con l'accusa di traffico di stupefacenti. "Naturalmente - ha spiegato Marisa Guassardo, l'avvocato di Brescia - l'Inter non c'entra nulla in questa vicenda; oggetto dell'indagine sono delle cessioni di droga di modesta entita'". Il legale contesta l'"anomalia" di un provvedimento di fermo non basato, a suo dire, sui presupposti previsti dalla legge, e cioe' la flagranza di reato e il pericolo di fuga. "Brescia era a completa disposizione della giustizia - aggiunge Guassardo - e ieri eravamo venuti a ribadirlo al pm Musso".(AGI) - Milano, 16 mag

http://www.agi.it/cronaca/notizie/200805161358-cro-rt11072-art.html

Califfo ha detto...

News:
CASO Clamorose indiscrezioni che rischiano di compromettere l’immagine dell’Inter
Materazzi e Mancini intercettati
Contatti telefonici con pregiudicati
I loro nomi, insieme a quelli di altri elementi dello staff nerazzurro, compaiono nell’ambito di indagini su droga e ricettazione a Milano: all’Inter fanno capire


ALL’INTERNO di oltre 1700 in­tercettazioni effettuate negli ul­timi mesi nell’ambito di un’inda­gine su droga e ricettazione in corso a Milano, sarebbe spunta­to, a sorpresa ma ripetutamente, il nome di Roberto Mancini. E quello di Marco Materazzi. I quali, va scritto a chiare lettere, non risultano in nessun modo coinvolti in alcuna indagine: il loro unico, ma gravissimo errore, sarebbe stato quello di intratte­nere rapporti telefonici e non con un personaggio “ sospetto”, Domenico Brescia, pluripregiu­dicato, che di mestiere risulta fa­re il sarto. Le intercettazioni so­no state effettuate dai carabinie­ri di Trento, in quanto il periodo preso in considerazione è quello estivo, durante il ritiro dell’Inter a Riscone di Brunico.

IL CONTENUTO Dalle intercet­tazioni, si rileverebbe una cono­scenza reciproca non del tutto superficiale, anche se il contenu­to delle chiamate riguarderebbe più che altro questioni di vestiti, di automobili e di orologi. Proba­bilmente, Mancini, Materazzi e altri elementi dello staff tecnico nerazzurro, si sarebbero fidati di uno dei tanti personaggi che bazzicano attorno al mondo del calcio, di quelli che propongono affari sapendo bene di trovare terreno economicamente fertile tra coloro che non faticano, con­siderati i loro stipendi, per arri­vare a fine mese.

ALTRA INCHIESTA A tarda se­ra, l’agenzia di stampa Radiocor
ha ipotizzato che le intercetta­zioni riguarderebbero anche scommesse effettuate da gioca­tori nerazzurri sulla vittoria del­lo scudetto 2006/ 2007 ( poi con­quistato sul campo dall’Inter). In particolare, sempre secondo l’agenzia Radiocor, gli inquiren­ti starebbero cercando di chiari­re i contenuti di conversazioni che per le parole utilizzate la­sciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati del­le affermazioni intercettate.

REAZIONI L’Inter non è rima­sta sorpresa dalla esplosione di un nuovo caso che arroventa un finale di campionato già di per sé bollente, anche per le polemi­che sull’ordine pubblico. Qualco­sa il presidente Massimo Morat­ti aveva già subodorato, anche se sperava che il “bubbone” scop­piasse dopo la fine del campio­nato . In via Durini non ritengo­no casuale il fatto che tali inter­cettazioni siano diventate di do­minio pubblico proprio nella set­timana che assegna lo scudetto. Ma questo non può togliere o an­che solo nascondere la gravità della situazione.

Tuttosport del 15.05.08



I NUOVI MASSON-inter

POSTATO DALL'UTENTE LA IENA

«Una inquietante commistione tra questa organizzazione, affari, politica e apparati pubblici di ogni genere e specie». La frase eloquente è quella usata da “qualcuno” per descrivere le indagini su attività illecite sulle quali si indaga fin dal 2006, parallelamente allo scandalo di calciopoli.
Gli indagati non apparterrebbero a famiglie massoniche conosciute poichè “l’organizzazione” non aveva ottenuto il riconoscimento di quelle che sono le organizzazioni massoniche più autorevoli in Italia: si tratta invece di “un’organizzazione deviata” comunque derivante dalle tradizionali.
Si stanno cercando di chiarire i contenuti di conversazioni che per le parole utilizzate lasciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati delle affermazioni intercettate. Il lavoro investigativo è partito da un filone principale: quello che anni fa portò in carcere un faccendiere per una truffa ai danni di alcuni imprenditori, ma le intercettazioni telefoniche sono nate parallelamente ad un indagine per traffico di droga che riguardava un «sarto» (con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, rapina e persino per l’omicidio di un rivale, commissionato a un clan di siciliani trapiantati a Quarto Oggiaro) ed una «vecchia conoscenza dello sport» (che nel ‘97 il tribunale di Monza aveva condannato a 7 anni e mezzo di reclusione per associazione a delinquere e truffa allo Stato).
Contro gli indagati si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di reati anche contro la pubblica amministrazione. Per raggiungere i loro scopi gli indagati avrebbero promosso associazioni segrete vietate dall'art. 18 della Costituzione, in particolare costituendo strutture associative di tipo massonico la cui esistenza è stata occultata. «Ovvero venivano tenute segrete congiuntamente finalità e attività sociali, rimanendo sconosciuti, in tutto o in parte, e anche reciprocamente i rispettivi soci».
Le indagini hanno messo in luce un quadro «piuttosto allarmante» riferito all'attività criminosa perseguita da un gruppo di persone «legate ed espressione di ambienti massonici deviati», riconducibili a logge 'coperte' e cioè a strutture carenti di quelle caratteristiche di pubblicità interna ed esterna e di reciproca conoscenza tra i componenti.
Uno degli stratagemmi usati era «antifisco» ed aveva diramazioni in Germania, Belgio e Lussemburgo: con una falsa dichiarazione d'intenti per abituali importatori ed esportatori di vetture di grossa cilindrata, acquistavano modelli di lusso di marchi prestigiosi senza tirare fuori nemmeno una lira di Iva come consente la legge ai commercianti che trattano la compravendita all'estero. Le auto, munite di regolare fattura, finivano poi nei saloni di qualche concessionaria compiacente che le metteva sul mercato a prezzi competitivi e comunque comprensivi di Iva. Il guadagno per i soci era così doppio: non solo non versavano l' imposta ma la recuperavano quando vendevano la vettura.
I contatti con molti interisti erano intensi e più che amichevoli. Negli ultimi 6 mesi i verbali delle trascrizioni hanno dovuto riportare ogni giorno e per più volte al giorno, numerosi nomi di vip di Appiano Gentile. Si tratta di ben 1.686 telefonate, tutte trascritte una per una. Addirittura in una delle conversazioni con D. B., un vip interista dimostra chiaramente di essere al corrente del fatto che il suo interlocutore è latitante e si lascia andare anche a qualche battuta su questa imbarazzante circostanza. Sui verbali si parla anche di cocaina e su un giro di scommesse sullo scudetto 2006/2007, vinto dai nerazzurri.

Califfo ha detto...

CALCIO, CASO INTER; MANCINI E MIHAJLOVIC ANNUNCIANO AZIONI LEGALI

L'avvocato Stefano Gagliardi, legale di Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic, ha annunciato "azioni penali e richieste risarcitorie commisurate alla gravità e lesività delle notizie diffuse" nei confronti "di tutti quei quotidiani, telegiornali e radio-giornali che hanno arbitrariamente e illecitamente accostato" i nomi dell'allenatore dell'Inter e del suo vice "a giri di prostituzione, droga e scommesse sportive e/o hanno pubblicato conversazioni afferenti la sola sfera privata dei medesimi" e che "non hanno alcuna rilevanza". L'avvocato ha chiesto inoltre al Garante della Privacy di intervenire con sanzioni e alla Procura della Repubblica per chiarire come il testo delle intercettazioni ininfluenti sia finito alla stampa, infine diffida chiunque dal divulgarle ulteriormente. (16/05/2008) (Spr)

http://www.repubblica.it/news/sport_gen/sport_n_3123062.html

Califfo ha detto...

E SE DOMANI I NERazzurri vincono il campionato, qualcuno potrebbe portarglielo via
L'INTER APPESA A UN PM


Siamo in grado di anticipare le più recenti conversazioni intercettate tra Domenico Brescia, il sarto da ieri in custodia cautelare con l'accusa di traffico di stupefacenti, e numerosi tesserati dell'Inter. Alcune di queste conversazioni sono già allo studio dell'Ufficio Indagini della Federcalcio, che potrebbe anche sovvertire il risultato del campo di domani.
I ciuffi/1
Conversazione del 12/03/2008. Mancini e Brescia parlano di un sottocollo di giacca da accorciare. Poi si cambia argomento.
Brescia: «Allora domenica quanti ciuffi mi porti?»
Mancini: «Tre»
Brescia: «Posso dirlo a ***?»
Mancini: «Tranquillo»
Secondo gli inquirenti i ciuffi rappresentano il numero di gol previsti per la partita Inter-Palermo del 16-03-2008, poi finita 2-1 per l'Inter.
I ciuffi/2
Conversazione intercettata il 28/03/2008. Mancini chiama Brescia per ordinare un maglioncino verde pistacchio in seta e cachemire. Quindi si parla di Lazio-Inter.
Brescia: «Lo fai giocare Viera?»
Mancini: «No, il paralitico no. È un… [incomprensibile]»
Brescia: «Mi ha detto Sinisa che si fa un ciuffo per uno»
Mancini: «Se lo dice lui…».
Per gli inquirenti il riferimento è al risultato previsto per Lazio-Inter del giorno dopo, che termina 1-1.
L'orologio
Conversazione del 24-03-2008. Brescia chiama Materazzi e gli offre un orologio.
Brescia: «C'ho per le mani un Vacheron anni Cinquanta. Te lo do per quattromila. Interessa?».
Materazzi: «Un Va che?».
Brescia: «Lascia stare, glielo rifilo al Mancio».
La sciarpetta
Conversazione intercettata il 5-04-2008. Brescia chiama Mancini e si informa sulla formazione per Atalanta-Inter del giorno dopo. Poi cambia discorso.
Brescia: «Notizie di qualche sciarpetta?»
Mancini: «Ne vende una un amico di Siena»
Brescia: «Vende o già venduta?»
Mancini: «Venduta»
Per gli inquirenti la sciarpetta indica una partita dal risultato già concordato e il riferimento sarebbe a Siena-Udinese, poi finita 1-1.
I vasetti
Conversazione intercettata il 12-04-2008. Mancini chiama Brescia.
Mancini: «Mi servono con urgenza due vasetti».
Gli inquirenti hanno sospettato che dietro i "vasetti" potesse nascondersi un altro messaggio in codice, ma pare che Mancini si riferisca proprio a due vasetti di crema idratante.
Sei amiche dopo il Liverpool
Conversazione dell'11-03-2008.
L'Inter è appena stata eliminata dal Liverpool in Champions League. Mihajlovic chiama Brescia.
Mihajlovic: «Ciao Dome, stasera c'è bisogno di divertirsi un po'».
Brescia: «Che partita di merda. Ti mando le amiche dell'altra volta? Quanti siete?».
Mihajlovic: «Io, Salsa (Salsano, ndr ) e Dejan (Stankovic, ndr )»
Brescia: «Bastano sei?»
I due si risentono poco dopo, perché Mancini ha annunciato la sua intenzione di lasciare la panchina dell'Inter a fine stagione.
Mihajlovic: «Dome, ferma tutto. Hai sentito Mancini? Moratti è un stronzo (sic). Qui è un casino, ci sentiamo domani»
Brescia: «Eh, ma è un casino pure per me, come faccio?…»
Mihajlovic: «Mandale tutte a casa di Spillo»
L'Aston Martin
Conversazione del 4-04-2008. Brescia chiama Materazzi e gli offre un'auto.
Brescia: «C'ho un Aston Martin DB7 Vantage V12 che vien via per 70 mila».
Materazzi: «Asto che?»
Brescia: «Vabbè, chiamo Zanetti».
L'amico e il fisco
Conversazione intercettata il 30-04-2008. Mancini chiama Brescia.
Mancini: «Ma che fine ha fatto ***?» (il Mancio fa il nome di un altro pregiudicato, ndr )
Brescia: «Gli è arrivata un cartella dal fisco di 12 milioni di euro».
Mancini: «Ma quando? Gliel'avevo detto di aspettare che tornava Tremonti...».


17/05/2008

Califfo ha detto...

E' satira calcistica da parte del Riformista, quasi ci avevo creduto ahahahahhahaha, era troppo bello, ma mi sembra tanto controinformazione. Vabbè io aspetto seduto sulla riva del fiume.

Califfo ha detto...

Dal Forum GLMDJ utente CRAZEOLOGY

QUESTA E' IMPORTANTE.

ALLORA....

Lo scandalettino da chi è arrivato?
Da Polito.
Sapete chi è?
Eccovelo:

Antonio Polito (Castellammare di Stabia, 11 maggio 1956) è un giornalista e politico italiano.
Dopo aver ottenuto la maturità classica, comincia la sua attività giornalistica presso la redazione napoletana de L'Unità, per cui lavora dal 1975 al 1982, avvicinandosi alla corrente politica del migliorismo. Nel 1982 lascia Napoli per assumere l'incarico di responsabile dell'inserto regionale dell'Emilia Romagna, venendo poco dopo chiamato alla sede romana del quotidiano.
Nel 1988 passa a la Repubblica, di cui resta vice-direttore di Eugenio Scalfari prima e di Ezio Mauro poi. Responsabile dell'edizione on-line del quotidiano e corrispondente da Londra, nel 2002 lascia la testata per fondare e dirigere Il Riformista, giornale della sinistra moderata (che lui ha definito "arancione").
Nel 2006, in vista delle elezioni politiche, si candida come senatore con la Margherita e viene eletto nella circoscrizione Campania. Nella XV legislatura ricopre l'incarico di segretario della III Commissione Permanete del Senato della Repubblica, Affari Esteri, Emigrazione.
Nel 2007 viene eletto segretario comunale de la Margherita a Napoli.
Dal 2007 è vicepresidente della Fondazione Italia USA.


Critiche e aspetti controversi
In una puntata di Anno Zero, rispondendo a Marco Travaglio che contestava la mancata applicazione del programma elettorale del centrosinistra, Polito ha affermato che è impossibile applicarlo tutto in quanto è lungo 280 pagine.
Ha, inoltre, dichiarato che lo studio del lessico utilizzato per la scrittura del programma dell'Unione 2007 è volutamente ambiguo. Ad esempio, sulla promessa di modificare la Legge 30, Polito ha dichiarato che il programma "parla di superamento, non di abrogazione o modifica".
Nel marzo 2008 ha rilasciato una dichiarazione al Quotidiano Nazionale nella quale paragona Antonio Di Pietro (ex-giudice Mani Pulite) e Cesare Previti (condannato per corruzione), indicandoli come i due estremi della guerra tra magistratura e politica.

Ci siamo?
Che è di sinistra mi pare chiaro no?
Bene.
Però....

E' il direttore del Riformista......
Chi è il proprietario del Riformista?
segue:

ANGELUCCI PROPRIETARIO DEL RIFORMISTA.....
ANGELUCCI PROPRIETARIO DI LIBERO DI FELTRI....


Antonio Angelucci (Roma, 16 settembre 1944) è un imprenditore e politico italiano.

È l'effettivo azionista di controllo di Tosinvest. Controlla la società Tosinvest Sanità, che gestisce case di cura riabilitative in tutta Italia e i quotidiani Il Riformista e Libero. Presentatosi alle elezioni politiche 2008 nella Circoscrizione Lombardia 2, nelle liste del Popolo della Libertà, è stato eletto deputato. Ha quattro figli, uno dei quali, Giampaolo, è il più attivo nella gestione aziendale, anche se dal 2006 è indagato per una vicenda di corruzione riguardante l'ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto.

Polito è schierato con tanti.... (di sicuro non con Veltroni)
apprezzato anche a destra.....
Fate molta attenzione Gobbacci, ma moooooolta attenzione.

Califfo ha detto...

NEWS 21/05/08
Il 16 maggio 2008 Domenico Brescia, il sarto inter-cettato mentre parlava con alcuni giocatori dell'Inter e con l'allenatore Roberto Mancini, è stato fermato per traffico di droga dai carabinieri del Ros su disposizione del pm Marcello Musso. Insieme a Brescia sono state arrestate altre quattro persone tutte di Milano: Marco Brunetti, detto 'Beo', 30 anni, Francesco Castriotta, 35 anni, e Massimo Castriotta, 31 anni, e Antonio Mazzilli, 43 anni. Secondo l'accusa, nel settembre del 2006, Brescia avrebbe acquistato e venduto circa due chilogrammi di cocaina, consegnata a Mazzilli e Brunetti, dopo averla comprata da Francesco Castriotta.

Lo stesso Domenico Brescia il giorno prima aveva dichiarato: «Ho niente da nascondere. Vado alla Pinetina da quarant’anni. Sono amico di tanti giocatori, Altobelli, Materazzi, Zanetti, Cordoba, Mancini, guardi qui la foto al suo matrimonio...Nell’89 sono stato condannato per concorso in omicidio, dolo non voluto. Quattro anni e quattro mesi. Sentenza definitiva nel 2003. Scontati un anno e quattro mesi. Nel ‘92 mi hanno dato cinque anni e sei mesi per concorso in ricettazione e riciclaggio. Li ho fatti tutti. Sono storie di vent’anni fa. Fine. Non ho altre pendenze in tribunale”.

Ma il fatto che da almeno due anni l’uomo fosse di nuovo nel mirino degli investigatori per un’inchiesta sulla coca, con intercettazioni che vanno dal 15 giugno del 2006 al 19 aprile 2007, dimostra che forse le cose non stanno esattamente così.
Certo non è stata una sorpresa per i carabinieri dei Ros trovare nelle intercettazioni sul pregiudicato Domenico Brescia i nomi delle star nerazzurre. Perché questa sui traffici di cocaina nella ricca Brianza e le amicizie altisonanti del sarto di Rovello Porro, è una storia che parte da lontano. Parte almeno dal 1991, quando una prima indagine sul clan calabrese dei Crisafulli porta in fretta all’attività «sporca» di Domenico Brescia così come alle sue amicizie «pulite» nel mondo interista. Già all’epoca i carabinieri registrano le chiacchiere e gli scambi di favori tra l’uomo e i suoi amici calciatori: ci sono Collovati, Vialli, Altobelli e già Roberto Mancini.

Ma facciamo qualche passo indietro:

il 21 marzo 2006 Georgatos (all’inter 1999/2000) confessa: "Ho visto alcune cose ed ho capito cosa stava accadendo, ho visto giocatori prendere pillole e fare iniezioni, c'erano gruppi di persone che rifornivano i giocatori”;

e Kallon, all’inter 2001-2004, all’antidoping in Udinese-Inter del 27/09/2003 è positivo al norandrosterone e al noretiocolanolone, squalifica mesi 6;

il 21 marzo 2006 Volpi confessa a Radio Centro Suono Sport: ''Fino al 2000, quando ero io responsabile dello staff sanitario della squadra, l'Inter era la squadra che prendeva meno farmaci'';

e ancora, il 27 novembre 2007 Volpi dice: “Mancini sicuramente ha qualcosa di personale" in quanto l’allenatore è perplesso sui medici interisti e “su come agiscono”;

il 9 marzo 2007 squalifica di 2 mesi a Combi, attuale responsabile staff sanitario inter, per violazione art. 43 N.O.I.F. (“Tutela medico sportiva”);

e l’1 gennaio 2007 sviene improvvisamente Rivas in allenamento e Combi dice: "Sta bene. I test che abbiamo svolto finora ci rassicurano. Si è trattato solo di un episodio”;

il 29 febbraio 2008 Combi afferma: "Io non parlo, dovete chiedere al presidente. Certe cose dovrebbero essere dette dalle persone che sanno”;

Mancini, Combi e Moratti sanno qualcosa che a noi sfugge. Ma non agli Inquirenti.
E gli uccelli cantano, soprattutto a Primavera……….

Califfo ha detto...

8 LUGLIO: PROCESSO-inter
Sono 5 le Procure della Repubblica (Torino, Firenze, Reggio Calabria, Napoli e Trento) che stringeranno il cerchio tra pochi giorni.

Il 10 aprile u.s., infatti, nella sede dell’AIA c’è stata la visita dei carabinieri, della Dia (la direzione investigativa antimafia) e si presume si dia finalmente un'accelerazione della Procura federale per probabili deferimenti. Gli uomini in divisa hanno sequestrato documentazione su tre arbitri (Ayroldi, Brighi e Morganti) sui quali indaga la Procura per rapporti con inter, Atalanta e Fiorentina.
La “BOMBA” partirà dall'8 luglio prossimo, davanti ai giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano e riguarderà gli int-recci con la mafia organizzata (scommesse clandestine effettuate da giocatori neroazzurri sulla vittoria dello scudetto 2006/2007), ricettazione, traffico di stupefacenti, connivenza con pregiudicati e altri capi d’imputazione.
Intanto si è svolto in via Allegri un incontro tra il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, e il presidente dell'Aia, Cesare Gussoni, per parlare degli ultimi sviluppi dello scandalo. È stato deciso che la Federazione e l'Aia resteranno in attesa dei documenti dalle Procure. L'Aia, non appena riceverà gli atti ufficiali, prenderà le decisioni relative, nell'interesse della federazione e "nel naturale rispetto delle posizioni dei singoli".
Gussoni si è limitato a poche parole con i giornalisti: "Una nuova bufera arbitrale? Era attesa

Califfo ha detto...

29/05/08
UFFICIALE: l'Inter esonera Mancini

F.C. Internazionale ha comunicato al signor Roberto Mancini il suo esonero dall'incarico di allenatore responsabile della prima squadra, in particolare in ragione delle dichiarazioni rese dal tecnico all'esito dell'incontro Inter-Liverpool dello scorso 11 marzo 2008, di quanto ne è seguito, sino ai fatti più recentemente emersi nelle cronache giornalistiche.


Insomma tirano in ballo ufficialmente le intercettazioni con il sarto...mi pare di poter dire che ormai è guerra totale.

Califfo ha detto...

Intercettazioni. Inizierà l’8 luglio il processo al sarto dell’Inter

Domenico Brescia è accusato di aver venduto due kg di cocaina. In tribunale indagate anche altre 4 persone

MILANO (FloRu) - Inizierà l’8 luglio davanti ai giudici della quindi sezione penale del tribunale di Milano Domenico Brescia, il sarto intercettato al telefono con, tra gli altri, l'allenatore dell'Inter Roberto Mancini, nell'ambito di un'indagine di droga. Insieme a lui, sono altre quattro le persone fermate, tutte con l'accusa di traffico di stupefacenti. Brescia e' accusato di cessioni di due chilogrammi di cocaina, nel settembre del 2006. Il giudizio immediato e' stato disposto dal gip Alessandra Cerreti.

Califfo ha detto...

lo scopo era forse solo far fuori Mancini?

Ora Moratti porta Mancini in tribunale

Nel dossier anti-tecnico i contatti col pregiudicato Brescia
LAURA BANDINELLI
MILANO
Senza neanche un grazie e con otto righe al veleno, l’Inter ha licenziato Roberto Mancini. Dopo tre giorni di lunghe e complesse consultazioni Massimo Moratti ha dato l’ok per la pubblicazione di un comunicato ufficiale che certifica ciò che è stato deciso formalmente martedì pomeriggio dopo il colloquio di 20 minuti in via Serbelloni, ma che è maturato già l’11 marzo scorso, giorno dell’uscita dalla Champions League.

Con modi e tempi sbagliati si è arrivati dunque a questa bizzarra soluzione: «F.C. Internazionale ha comunicato al signor Roberto Mancini il suo esonero dall’incarico di allenatore responsabile della prima squadra, in particolare in ragione delle dichiarazioni rese dal tecnico all’esito dell’incontro Inter-Liverpool dello scorso 11 marzo 2008, di quanto ne è seguito, sino ai fatti più recentemente emersi nelle cronache giornalistiche». Adesso non ci sono più dubbi: mentre Mancini lavorava per vincere lo scudetto, la società raccoglieva prove contro di lui.

L’Inter adesso ha intenzione di portarlo in tribunale puntando al licenziamento per giusta causa per evitare di pagargli i 24 milioni di euro pattuiti ed è pronta ad utilizzare oltre alla famosa frase pronunciata nel dopopartita di Liverpool («Credo che questi saranno i miei ultimi due mesi sulla panchina dell’Inter, l’ho già detto ai giocatori") anche le intercettazioni telefoniche con il sarto Brescia arrestato per spaccio di droga. Il dossier "anti-Mancini" raccolto dai legali interisti da qualche giorno è tra le mani del presidente Moratti. All’interno si trova la registrazione della conferenza stampa post Inter-Liverpool, articoli di giornali con i colloqui con il sarto ma anche altre interviste. L’obiettivo è dimostrare come lo spogliatoio nerazzurro sia stato destabilizzato dal comportamento del suo allenatore. Tra il materiale figura anche il botta e risposta tra Moratti e Mancini avvenuto dopo il derby perso contro il Milan. Il presidente nerazzurro affermò che l’Inter non aveva avuto coraggio, «non sono d’accordo» rispose Mancini.

Moratti e i suoi legali hanno deciso di dichiarare guerra al tecnico di Jesi dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto per convincerlo ad accettare una buonuscita di 8 milioni di euro per la rescissione consensuale. Mercoledì dopo l’incontro tra Giorgio De Giorgis agente di Mancini e il vicepresidente nerazzurro Rinaldo Ghelfi è apparso chiaro che non c’erano i margini per arrivare ad una soluzione pacifica. Ieri sera l’avvocato del tecnico, Stefano Gagliardi ha lasciato il suo studio di Roma per raggiungerlo a Genova. Ora l’appuntamento sarà nell’aula di un giudice. E Mourinho? Il portoghese dovrebbe arrivare in Italia lunedì e ripartire da Milano mercoledì per raggiungere, via Francoforte, Tokyo. Anche lui si augurava un finale diverso sulla vicenda Mancini e aveva ottenuto garanzie di lavorare senza il suo "fantasma". Moratti, dunque, ha già disatteso la prima promessa.
Mancini riceve il benservito, la parola passa ai tribunali
Forse già oggi la firma di Mourinho


MILANO - Con una tempestività tutta da interpretare, a 48 e più ore da quel breve e forse neanche così intenso faccia a faccia tra Massimo Moratti e Roberto Mancini, l’Inter ha comunicato che l’allenatore marchigiano è stato esonerato e quindi non siederà sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione. Cioè quello che ormai tutti sapevano.
E adesso si aspetta, di conseguenza, l’altra parte della notizia e cioè che José Mourinho è il nuovo allenatore. Quando? forse oggi, forse ancora più in là, quando la società riterrà di poterlo fare senza dare munizioni allo stesso Mancini e al suo clan che lamentano di essere stati “ingannati” e pretendono il rispetto del contratto.
A questo punto è più che mai probabile che il tecnico nerazzurro chiederà 24 milioni, cioè tutta la cifra che gli spetta fino al 2012, Quello che è certo è che le otto righe del comunicato ufficiale segnano (almeno per ora) la fine della ricerca di qualsiasi accordo e evidenziano uno scontro in piena regola. L’Inter infatti propone la lettura della “giusta causa” per il licenziamento del tecnico. Certo, la società di via Durini, rileva le dichiarazioni che Mancini fece a caldo dopo l’eliminazione della squadra dalla Champions al termine della partita di ritorno contro il Liverpool dello scorso 11 marzo. Ma ci aggiunge anche «di quanto ne è seguito, sino ai fatti più recentemente emersi nelle cronache giornalistiche».
A cosa ci si vuole riferire? Alle intercettazioni telefoniche di conservazioni con un pregiudicato del tecnico e di alcuni giocatori che peraltro non hanno alcun rilievo penale e che finora la stessa società aveva fatto capire di considerare solo uno dei tanti attacchi all’Inter senza fondamento, mettendole quasi sullo stesso piano della leggenda del famoso gatto nero? Probabilmente si vuole solo sottolineare un distacco della società da alcuni comportamenti, far capire ai tifosi molto perplessi che la scelta non è “un capriccio” di Moratti, ma è stata accuratamente meditata. E non riguarda l’aspetto tecnico visto che Mancini i risultati sportivi li ha fatti eccome. Adesso, in questo “giallo” coi colpi di scena al rallentatore, c’è da attendersi la replica dello stesso Mancini
Il tecnico potrebbe decidere a questo punto di rompere il lungo silenzio e di raccontare la sua verità.
A cominciare da quanto effettivamente si sono detti lui e Moratti.
A questo proposito l’Inter, prima ancora di annunciare l’esonero di Mancini, ha smentito le ricostruzioni apparse sui media relative all’incontro e ha minacciato querele nei confronti di chi continuerà a proporre versioni «altamente distorsive della verità dei fatti».
L’incontro di martedì è stato «assolutamente professionale, improntato a correttezza, e il tecnico non si è mai permesso di mancare di rispetto nei confronti del presidente Massimo Moratti», si legge sul sito nerazzurro.
Intanto, José Mourinho ha pronta una lista di acquisti e Massimo Moratti non ha perso tempo: dopo aver liquidato Roberto Mancini, ha subito iniziato le trattative per costruire una squadra in grado di vincere tutto. Arrivano soprattutto da Barcellona a Londra le notizie sui potenziali acquisti dell’Inter, con Moratti intenzionato a portare a Milano almeno due grandi giocatori. Da Lampard a Drogba, da Etòo a Deco: ci sono solo big nel mirino dell’Inter con il camerunense tra i più vicini a vestire la maglia nerazzurra se passerà le visite mediche.
Ma se il Barcellona è disposto a cedere la sua punta, ne vuole in cambio un’altra e i giornali spagnoli danno il n.9 blaugrana già assegnato a Zlatan Ibrahimovic, anche se è da escludere che Moratti lasci partire il suo fuoriclasse. Se Massimo Moratti è rientrato a Milano, è ancora da stabilire l’arrivo di Mourinho ma potrebbe essere proprio Roman Abramovich a sbloccare tutto.
Mancini continua a ribadire che non ha ricevuto ancora offerte ma il suo nome sembra stia salendo in fretta la classifica delle preferenze del magnate russo, sempre alla ricerca di un nuovo allenatore per la sua squadra. Ma se davvero Mancini andrà ad allenare i Bleus, sarà sicuramente più difficile fare la spesa al Chelsea.

Califfo ha detto...

SINISA: TIFEREMO SEMPRE INTER

fonte:corrieredellosport.it

Mihajlovic, qual­ stata la sua prima reazione quando ha saputo dell’esonero di Roberto Mancini?
L’ho presa male, molto male, e confesso che ero davvero dispiaciuto. Non mi aspettavo una simile decisione da parte del presidente e quando Roberto­ è uscito dall’incontro di martedì, e me lo ha comunicato, quasi non ci credevo­.

A mente fredda cosa ha pensato?

­Che forse­ è meglio non vincerli gli scudetti…­.

In che senso, scusi?

­Mancio­ sè tato mandato via dopo aver vinto il campionato, ma la stessa sorte è ­toccata la scorsa stagione a Fabio Capello in Spagna, nel Real Madrid. Evidentemente vuol dire che non bisogna vincere visto che chi non vince resta e chi vince invece…­.

Come spiega la decisione di Moratti?

Forse ha pensato che dopo quattro anni fosse arrivato il momento di cambiare, per dare nuovi stimoli a un gruppo che comunque era dalla parte di Mancini. C’erano degli scontenti, come in ogni formazione, ma remavamo tutti dalla stessa parte. Forse Moratti pensa che Mourinho gli possa dare quella Champions League che in questi anni non è ­arrivata. Non lo so.

E lei che ne dice?

­Secondo me il ciclo del Mancio poteva durare ancora, almeno altri uno/ due anni. Con questa rosa e qualche innesto potevamo vincere parecchio o comunque rimanere ad alti livelli ­.

Quindi con la decisione di Moratti non­ è d’accordo?

No, ma questo­ è naturale perchè Roberto­ un grande allenatore, uno dei migliori in circolazione. Per il presidente comunque rimangono grande stima e affetto. A lui non finirò mai di dire grazie perchè mi ha portato all’Inter. E’ una persona eccezionale, mi ha dato tanto e rimarrà sempre nel mio cuore anche se mi ha mandato via­.

E’ un esonero che scotta?

­Trapattoni diceva sempre che gli allenatori si dividono in due categorie: gli esonerati e quelli che verranno esonerati. Prima o poi tocca a tutti ­.

Quale­ il futuro di Mancini?

­Non lo so. Sono tornato da un’ora da Belgrado dove ho tenuto una lezione al corso per allenatori. Roberto l’ho sentito per telefono ed era abbattuto, la sua voce non era la stessa. Ha sofferto per questa decisione di Moratti. Tra qualche giorno andremo tutti in Sardegna, poi vedremo­.

Pensa che si possa prendere una pausa di riflessione?

Non lo so, anche se non mi sembra il tipo da fermarsi. Di certo non ha squadre alle spalle. Lui è ­una persona seria e non ha parlato con nessuna società. Voleva restare all’Inter­.

Ha sentito qualche giocatore?

­Ci hanno chiamato in tanti tra i quali Stankovic e Materazzi. Ci sono rimasti tutti male, in particolare Dejan con il quale il rapporto dura da tempo­.

Quella all’Inter sarà l’ultima esperienza italiana del Mancio?

Difficile da dire, ma credo che il suo futuro possa essere all’estero. In Italia ha allenato l’Inter che­ è il top. Non credo possa andare alla Juventus o al Milan­.

Quindi avete già le valigie pronte per l’Inghilterra?

La Premiership­ è un campionato dal quale Roberto­ è sempre stato affascinato. Penso che potrebbe togliersi delle soddisfazioni perchè ha fatto bene all’Inter, nel campionato italiano che, pur non essendo il più bello,­ sicuramente è il più difficile al mondo­.

Azzardiamo: Mancini al Chelsea?

­Non so nulla e non ci sono stati contatti. Mancio, però,­ è stato quattro anni all’Inter e ha vinto molto. Non ritengo il Chelsea un club superiore all’Inter come storia. Anzi… Ecco perchè dico che Roberto potrebbe tranquillamente allenarlo e fare bene ­.

Il suo futuro professionale­ è legato a quello di Mancini?

Per adesso sì : dove va lui, io lo seguo ovunque perchè siamo legati da un’amicizia profonda. Poi, se un giorno mi arriverà una proposta, la valuterò perchè mi piacerebbe provare ad allenare una squadra da solo­.

Lei conosce di persona Josè Mourinho?

No e non mi interessa. A pelle non mi­ è simpatico, ma parlando con le persone certe sensazioni cambiano. Mi è ­già successo. Di certo­ è un grande allenatore e lo ha dimostrato con i risultati­.

Cosa si porterà dietro di questi anni all’Inter?

L’affetto ricevuto, l’amicizia con tante persone tra le quali il presidente Moratti e tanti ricordi. Mancini e io non siamo più qui, ma per questa squadra continueremo sempre a fare il tifo e le auguriamo di vincere come negli ultimi anni­.

A proposito di vittorie, che sapore ha lo scudetto conquistato a Parma?

­Nello spogliatoio ho goduto come un matto perchè durante tutta la stagione siamo stati attaccati senza tregua. Chi diceva che eravamo aiutati dagli arbitri raccontava delle balle. Abbiamo conquistato il tricolore perch eravamo i più forti. E però per me è ­stato più bello rispetto a quando ho vinto con la Lazio, da calciatore­.

Ha un messaggio per i tifosi dell’Inter?

Grazie. I vice allenatori delle squadre di serie A spesso passano inosservati, mentre a me hanno fatto diversi cori. Magari ci rivedremo, da avversari, e spero che non mi fischieranno perchè l’Inter ha dato tanto a noi, ma noi abbiamo dato tanto all’Inter ­.

Pronostico finale: tra quanto rivedremo ­in azione­ lei e Mancini?

Spero presto. Per lui, per me e… per mia moglie. Sopportarmi tutto il giorno in casa non­ è facile­.

Califfo ha detto...

Secondo Dagospia l'avvocato di Moratti avrebbe consigliato di licenziare Mancini
L'agente di Mancini: «Contratto va rispettato. Il pagamento è dovuto»
«Quando un presidente si affida prima a Roberto Mancini e poi a Josè Mourinho sa quali sono i costi»
Pochi giorni fa l'abbraccio del presidente a Mancini (Ipp)

MILANO - «Il pagamento fino al 2012 è dovuto in quanto c'è un contratto fino al 2012. Quando c'è un contratto va rispettato fino al termine. Quando un presidente si affida prima a Roberto Mancini e poi a Josè Mourinho sa quali sono i costi». Giorgio De Giorgis, procuratore di Roberto Mancini, risponde così ai microfoni di SkySport sul divorzio tra il tecnico e l'Inter.

MANCINI AL CHELSEA? - «Purtroppo è successo. Il presidente ha avuto questa idea di dover cambiare, non so per quale motivo, però ormai è successo e non si può tornare indietro», dice commentando la decisione con cui Massimo Moratti ha congedato l'allenatore. Mancini se lo aspettava? «No, certo che no». Dall'Inghilterra si parla di Mancini nell'orbita del Chelsea. «Autocandidature? Sono altri che le hanno sempre fatte, sia all'Inter che in tante altre società. Qui all'Inter lo sanno e non possono smentire nessuno. Tanti si sono candidati, anche ultimamente, per la panchina dell'Inter. Mancini non si è candidato con nessuno, non ne abbiamo mai parlato: non conosciamo nè Peter Kenyon, nè Arnesen. Roberto conosce il presidente Abramovich perché una sera, a vedere una partita, siamo stati cinque minuti con lui. Ma tre anni fa», conclude.

DAGOSPIA - Intanto nel silenzio dei due protagonisti, Moratti e Mancini, una voce, non confermata, si leva dal sito Dagospia. I due divorziati risolveranno la questione «alimenti» in tribunale. L'avvocato di Moratti, anticipa il sito, avrebbe tranquillizzato il suo assistito sulla base dell’esternazione fatta dall’allenatore nel dopo partita dell'11 marzo di quest'anno, nella sera dell’eliminazione dell’Inter negli ottavi di Champions League. In sala stampa Mancini disse: «Fra tre mesi non sarò più l’allenatore dell’Inter». Lui forse non ci credeva più di tanto, ma da quel momento Moratti ha cominciato a pensarla proprio così. Anzi: si è convinto che il ciclo del Mancio era al capolinea. E ha immediatamente contattato due persone: Mourinho e il suo avvocato, per capire come liberarsi del vecchio allenatore senza dover sborsare gli oltre 50 milioni (lordi) che restano da versare per onorare i contratti quadriennali firmati con lui e i suoi collaboratori (Mihajlovic, Salsano, Marcolin e Nuciari). In sostanza,il pensiero dell'avvocato di Moratti è: “Con quelle frasi Mancini le ha creato un danno, economico e morale, e dunque c’è materia per ridiscutere i termini di rescissione del contratto e cavarsela con una semplice buonuscita”.

COBOLLI - «Io forse uno come Mancini non l'avrei mai preso, perché ho Ranieri e sono molto soddisfatto di lui»: così il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli ha commentato l'esonero di Mancini al suo arrivo in Lega Calcio. Cobolli Gigli ha aggiunto che «sono cose di Moratti e Mancini, fatti loro, e io rispetto la loro decisione». «A me - ha spiegato - nel calcio e nella vita stupiscono poche cose. Comunque anche Capello è stato mandato via dal Real Madrid e adesso allena la nazionale inglese. Non so che nazionale allenerà Mancini in futuro».

DONADONI - Roberto Donadoni preferirebbe non commentare una vicenda che non conosce a fondo, ma il divorzio tra Roberto Mancini e l'Inter fa discutere e molto. «Le cose bisogna conoscerle - dice il ct azzurro -, parlare senza sapere i retroscena è sbagliato. È riduttivo dire che vincere non serve più a niente, ma è vero che ci sono tante cose da valutare e a incidere in un rapporto. Posso solo dire che mi può dispiacere dal punto di vista umano per Mancini». Donadoni è concorde nel definire il divorzio tra l'Inter e Mancini «una notizia che fa sensazione, che fa pensare, ma chi si espone a questo tipo di responsabilità e sborsa tutti questi quattrini avrà i suoi buoni motivi», spiega Donadoni riferendosi a Moratti. Nessun giudizio su Mourinho. «Non è l'ultimo arrivato, ha vinto tanto, ma non è ancora arrivato in Italia, lasciamolo lavorare. Io ne ho solo sentito parlare bene da quei pochi con i quali ho scambiato qualche parola. Potrei dare un giudizio su Sacchi e Capello, ma sarei un incosciente a darlo su Mourinho».

Califfo ha detto...

“LA SQUADRA NON TI VUOLE” – LO SCAZZO FINALE MORATTI-MANCINI (PAROLA X PAROLA)
LA RIVOLTA CAPEGGIATA DA IBRA – A PARMA: “ENTRO, VINCIAMO LO SCUDETTO ED ESCO”
“BUONUSCITA? MI DEVE QUATTRO ANNI DI CONTRATTO. PARLERÀ CON IL MIO AVVOCATO”

Riccardo Signori per “Il Giornale”


Passate ventiquattr’ore dal licenziamento, nessuna notizia ufficiale dall’Inter. Roberto Mancini non aveva bisogno di saperlo, ma la società doveva aver dimenticato anche il bon ton. Ieri alle quattro del pomeriggio parlavano solo le zanzare della Saras. Eppure Moratti era stato chiaro. Mancini era andato all’appuntamento con il presidente sperando ancora di poter dire qualcosa e magari di parlare del mercato. Dopo la vittoria scudetto aveva giocato a ping pong con la società: parli tu, parlo io, non parla nessuno.

Moratti aspettava che fosse lui ad andarsene, lui aspettava di conoscere il pensiero di Moratti, che tante volte aveva smentito l’ingaggio di Mourinho, ed eventualmente qualche gustosa offerta di lavoro. Ma intanto progettava il futuro dell’Inter e il modo per evitare altre seccature. Però, appena messo piede nello studio del presidente, ha capito. Di non aver capito niente. O forse di aver capito tutto già sei mesi fa. E di non aver sbagliato previsione la sera dell’eliminazione in Champions. Piu o meno è andata così. Tempo della chiacchierata non più di quattordici minuti.

Moratti: Buon giorno Roberto, come va?
Mancini: Bene, grazie.

Moratti: La famiglia?
Mancini: Bene, grazie.

Moratti: Roberto, devo darti una brutta notizia.
Mancini: Immaginavo.

Moratti: Devo mandarti via.
Mancini: No, vuole mandarmi via. È diverso.

Moratti: No, non dire così. Sai, la squadra, lo spogliatoio, ho parlato, qualcosa non va. Meglio cambiare.
Mancini: Non dica queste cose. Lei Mourinho l’aveva già preso a gennaio.

Moratti: Ma no, non è come pensi tu.
Mancini: Nooo! Sono sei mesi che racconta storie. Io sono stato corretto e non ho mai raccontato storie. E questa è una decisione che non capisco.

Moratti: Cosa dici, non fare così, ascolta!
Mancini: Ascoltare cosa? Lei, questo scudetto del centenario, non se l’è goduto nemmeno un secondo.

Moratti: Cosa c’entra. Ora calmati e parliamo con tranquillità.
Mancini: Visto che mi manda via, posso anche non ascoltare. Non ne ho voglia, ora.

Moratti: Non lasciamoci così, cerchiamo di parlare almeno della questione economica... della tua buonuscita.
Mancini: Nessuna buonuscita, mi deve quattro anni di contratto. Non le sconto nemmeno un euro. Ma di questi problemi parleranno gli avvocati. E con questo la saluto.

Mancini ha preso e se n’è andato, deluso e infuriato. Moratti, dopo aver usato un certo sadismo per licenziare Gigi Simoni (lo caccia mentre l’altro va a ritirare un premio), dopo essersi fatto scoprire un po’ voltagabbana per mandar via Zaccheroni, stavolta ha mostrato una perfida aria vendicativa.

O forse, il suo, è stato solo un atto di gelosia. I pissi pissi morattiani raccontano che la rivolta di spogliatoio era capeggiata da Ibrahimovic. La replica degli amici di Mancini racconta le sue parole: «Prima di Parma ho chiesto a Ibra: per favore, te la senti di giocare almeno mezzora? E lui ha risposto: entro, vinciamo lo scudetto ed esco».

Ora Mancini pensa al futuro: non si vede più in Italia. Crede ad una vita in Inghilterra. «Il Paese ideale per uno che ama il calcio», ha sempre detto. La stessa idea di Moratti. Ma chissà se i due parlano dello stesso calcio?

Califfo ha detto...

A scriverlo è Mister X, Il blog diretto da Xavier Jacobelli che riporta l'Editoriale pubblicato su Tuttosport di oggi scritto dal direttore Giancarlo Padovan.

Padovan ha riportato i numeri, pubblicati dal Il Sole 24 Ore mercoledì scorso, secondo cui l'Inter avrebbe 181,5 milioni di euro di deficit al 30 giugno 2006.

Giusto per informazione, scrive Padovan, 181,5 milioni di euro è il primato assoluto e incontrastato tra le società di calcio italiane. “Il precedente record negativo - spiega il pezzo di Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore - era del Parma di Calisto Tanzi nel 2002-2003, finito in amministrazione straordinaria con 167,3 milioni di passivo”.

Quelle de Il Sole 24 ore sono informazioni preziose e inequivocabili che introducono un’inchiesta sui bilanci dei club di calcio. Se ne annunciano delle belle perchè si tratta - scrive ancora Dragoni - di “conti sempre traballanti, nonostante vengano partoriti nuovi artifici contabili”.

Come riportato sul blog, c'era una volta il doping amministrativo, che comprende per esempio la rivalutazione e la cessione del marchio a cifre da capogiro atte ad appianare i bilanci a società del gruppo stesso.

Califfo ha detto...

In sostanza:

Deficit dell'intero campionato di Serie A: €. 380 milioni

di cui:

Deficit dell'Inter: €. 181, 50 milioni pari al 47,77% dell'intero deficit

Deficit di tutte le altre squadre: €. 198,50 milioni pari al 52,23% dell'intero deficit

Praticamente se i BASTARDI fossero retrocessi in Serie B, in un solo colpo l'intero deficit della Serie A si ridurrebbe di circa il 50%, in quanto passerebbe dagli attuali €. 380 milioni a meno di 200 milioni!!!!

Però, l'articolo de Il Sole-24 Ore non si è limitato a stilare una graduatoria sulla base dei "risultati di esercizio", ma si è, anche, spinto a dare un voto alla qualità (veridicità e correttezza) dei conti di ogni squadra. Qui le squadre più virtuose sarebbero, nell'ordine: Livorno, seguito da Empoli, Juventus e Parma. Mentre l’Inter conserverebbe il primato negativo.

Ora prendiamo una squadra qualunque con bilancio "normale", per esempio la REGGINA.... diamogli la possibilità di acquistare tutti i giocatori che vogliono.... con un limite, però, non superare il tetto dei 181,50 milioni di €uro di passivo di bilancio. Secondo voi lo vincerebbe lo scudetto?

Eh già, Luciano MOGGI era veramente destabilizzante per il sistema-calcio: vinceva senza spendere soldi!!!! Se si fosse affermata una linea di condotta del genere, col passare del tempo quanti sarebbero stati gli allocchi disposti ad immettere denaro fresco nel sistema? Sempre di meno....! O meglio, avrebbero continuato a farlo solo coloro per i quali il calcio rappresenta lo strumento per riciclare denaro di provenienza "dubbia" o, peggio, delittuosa. Ma a quel punto chi li avrebbe pagati gli stipendi di Carraro, Abete, Matarrese, Galliani e delle loro allegre combriccole di paggi, mediocri cortigiani, saltimbanchi, giullari di corte e servi sciocchi (compresi i giornalisti, in gran parte prezzolati da Berluska e Muratto) che gira attorno al mondo del calcio?

Califfo ha detto...

Moratti spende 80 milioni l'anno per abbattere le perdite dell'Inter...mentre il resto del Paese fa la fame!
Nei tre esercizi dal 2004 al 2007 il presidente nerazzurro ha sborsato 247 milioni di euro per ripianare le passività della società sportiva
di Marco Liguori
"Si segnala che negli ultimi tre esercizi gli utilizzi per coperture perdite ammontano a 247.755 migliaia". Questa esorbitante cifra è scritta nella nota integrativa del bilancio al 30 giugno 2007 dell’Inter depositato in Camera di Commercio. Il documento specifica che 26,5 milioni di euro, sul totale di 247,8 milioni, derivano da "abbattimento del capitale sociale". In pratica, la società controllata da Massimo Moratti (tramite la Internazionale Holding) ha speso in ciascuno degli esercizi 2004/05, 2005/06 e 2006/07 ben 82,6 milioni per ripianare le passività. Nell’ultimo di essi, il rosso è ammontato a 206,8 milioni, in consistente aumento dai 31,14 dell’anno precedente quando era stata effettuata la plusvalenza di 160 milioni derivante dalla vendita dei marchi alla controllata Inter Brand.

Nonostante ciò, l’Inter non ha problemi grazie alle consistenti disponibilità finanziarie del suo azionista di riferimento. Sempre nella nota integrativa si legge infatti che in "seguito al deficit patrimoniale al 30 giugno 2007, la società si sarebbe trovata nella situazione prevista dall’art. 2447 del Codice Civile se il socio di riferimento non avesse provveduto, successivamente al 30 giugno 2007, ad effettuare versamenti a completamento dell’aumento di capitale sociale già deliberato dall’assemblea dei soci del 22 giugno 2007 per l’importo complessivo di euro 70.670.903". L’Inter presentava alla fine dello scorso esercizio un patrimonio netto negativo di 70,2 milioni. Il primo aumento di capitale è stato interamente sottoscritto e versato: nell’assemblea del 27 dicembre scorso è stato approvato un altro incremento di capitale di circa 100 milioni. Nella nota si sottolinea ancora che "è in corso di attuazione un ulteriore versamento di 35 milioni a copertura delle perdite in formazione". Inoltre Moratti "ha espresso la consueta volontà di supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società".

Rigurdo al conto economico, i costi superano per 188 milioni i ricavi. Tra questi, vi sono 24 milioni di plusvalenze calciatori. Lo stato patrimoniale presenta un aumento dei crediti da 49,9 milioni a 75,2 milioni. Nonostante ciò, lo squilibrio rispetto ai debiti risulta di 348,4 milioni. Lo stato debitorio, ammontante a 423,7 milioni (424,4 milioni nel 2005/06) presenta l’importo più elevato di 144,3 milioni verso la Inter Brand per l’uso dei marchi. Tra gli 80,8 milioni di altre passività, vi sono 36,7 milioni riferiti "a una cessione pro soluto ad un primario istituto di credito di parte dei corrispettivi derivanti dal contratto di cessione" di diritti tv per la stagione 2007/08. Soldi già spesi dall’Inter, che presenta tra i ricavi la ragguardevole somma di 91,5 milioni per diritti televisivi. Infine, sull’applicazione dell’Irap sulle plusvalenze calciatori, l’Inter "ha ricevuto un avviso di accertamento a tali plusvalenze per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2002. Inoltre nel mese di luglio 2007 è stato notificato analogo accertamento sull’esercizio chiuso al 30 giugno 2003. L’Agenzia delle entrate ha accertato complessivamente maggiore Irap per euro 5,3 milioni più interessi e sanzioni per euro 2 milioni". La società ha presentato ricorso.

(FONTE: Articolo di Marco Liguori da Liberomercato del 5 febbraio 2008 pagina 12)

Califfo ha detto...

I conti del pallone incoronano la Juve Campione d'Italia





Un coefficiente economico noto come “Indice di Altman” è stato implementato ai risultati ottenuti sul campo riconsiderando i valori della classifica finale della Serie A. Secondo quanto emerge dall’analisi finanziaria esposta dalla trasmissione tv “Soccer Time” (Sky 859) tricolore ai bianconeri, Roma seconda e nerazzurri solo al quarto posto in condominio col Napoli. Udinese in Champion’s, Cagliari in Europa e Parma salvo a scapito del Catania.




Il dono della parola ai conti e ai Bilanci Economici delle Società iscritte al campionato di calcio appena concluso. Era l’insolito obiettivo di un audace entourage di consulenti economico-finanziari che è riuscito in un intento quantomeno inconsueto. Il noto Magazine televisivo “Soccer Time” (Sky 859) ha chiuso ieri sera la sua Stagione presentando una rivisitazione della classifica finale di campionato, che ha clamorosamente disarcionato la squadra Campione d’Italia dalla prima posizione. Il Prof. Vincenzo Piscitelli, noto economista, ha esposto, in seno alla trasmissione diretta e condotta da Gianluca Meola, i risultati della ricerca finanziaria e patrimoniale del calcio nostrano evidenziandone lo stato di salute attraverso meriti e carenze racchiuse in un valore coefficiente usato tradizionalmente in economia e finanza, il tutto integrato ai punti della classifica ottenuta sul campo. Un esperimento unico, che potrebbe tracciare la strada della buona gestione in un mondo sperperante e indebitato fino al collo come quello del calcio. Ebbene, quanto ai conti andrebbe alla Juventus il palmares della Società meglio gestita, l’esclusiva formula matematica posta alla base di questa ricerca ha sapientemente mescolato questo riconoscimento ai punti in campo della “Vecchia Signora”, facendola balzare nientemeno che al primo posto e incoronando la Società torinese campione d’Italia. La Roma, nonostante i noti problemi di cassa, si attesterebbe tuttavia al secondo posto. Stagione super per Udinese e Napoli, rispettivamente terza e quarta. E l’Inter? La Società di Via Durini annaspa sommersa da un passivo record, le mani bucate e la pesante situazione delle “casse” nerazzurre avrebbero fatto sprofondare di ben tre posizioni la squadra di Moratti, piazzatasi quarta in condominio con i partenopei. Spicca bene un Cagliari dal quattordicesimo al settimo posto con rispettivo piazzamento in zona Uefa, sul filo di lana si salverebbe il Parma a scapito del Catania (siciliani meno parsimoniosi tra le piccole)
Il meccanismo di calcolo è stato accompagnato da due aspetti fondamentali sullo studio dei Bilanci:

1. L’analisi è stata condotta considerando le società in modo del tutto distaccato dalle imprese o gruppi che in taluni casi controllano attraverso partecipazioni di maggioranza le società di calcio (si pensi ad esempio al Gruppo Finivest che controlla per il 100% il Milan);

2. Il giudizio complessivo espresso per ognuna delle società sconta la bontà delle risultanze dai documenti contabili regolarmente pubblicati e al contempo di dominio pubblico.

Il giudizio complessivo sulla base del quale è stata elaborata questa ricerca utilizza modelli tradizionalmente usati per la previsione dell’insolvenza delle imprese i quali sono, sostanzialmente, di natura statistica; questi utilizzano come input i principali indici economico-finanziari di un’impresa tratti dagli ultimi bilanci d’esercizio approvati dalle società di calcio, attribuendo un coefficiente di ponderazione che riflette l’importanza di ognuno di essi nel prevedere il grado di dissesto economico e finanziario dell’impresa nel nostro caso delle stesse società di calcio, giungendo, a conclusione, alla valutazione del merito creditizio in un unico valore numerico.
Il modello dello “Z-Score”, noto anche come “Indice di Altman”, è quello scelto dal Dott. Vincenzo Piscitelli allo scopo di calcolare in un unico valore numerico la probabilità di fallimento della società di calcio.
Di seguito si riporta il range di valori previsti per le società non quotate e per le società quotate in borsa esprimenti come detto la probabilità di fallimento:

Società non quotate:

Probabilità di Fallimento
ALTA MEDIA BASSA
Z<1.23 1,232,90

Società quotate:

Probabilità di Fallimento
ALTA MEDIO-ALTA MEDIA BASSA
Z<1.79 1.83

Come si evince dalla scala dei valori la tecnica definisce un limite superiore ed inferiore, oltre i quali l’impresa, se supera il primo, è considerata a rischio basso d’insolvenza, se invece scende al di sotto di quello inferiore è considerata ad alto rischio. Nel caso in cui lo score è compreso tra i due limiti, significa che siamo di fronte ad una situazione di incertezza circa la previsione di fallimento.
I dati che emergono da questa nuova e accurata analisi sulle tasche del calcio nostrano dimostrano ancora una volta che le Società in attivo sono la stragrande minoranza e il nostro pallone non può certo pensare di aver imboccata la strada virtuosa che molti indicano come necessità impellente.
(FONTE: Comunicati Stampa)

Califfo ha detto...

Moratti oscura Abramovich: spenderà più di 200 mln

Questa sera Mourinho arriva a Milano, domani la presentazione. Il suo assistente sarà Beppe Baresi o Castellini. Il presidente dell'Inter, Muratto spenderà più di 200 milioni di euro:

54 mln lordi al tecnico portoghese (9 netti per tre anni);

60 mln lordi per liquidare Mancini (6 netti per quattro anni) e il suo staff (12);

55 mln al Barcellona per Eto'o (40) e Deco (15);

57 mln al Chelsea per Essien (30), Lampard (9) e Carvalho (18);

40 mln al Porto per Quaresma.

L'ironia di Berlusconi: ora a Palazzo Chigi mi chiederanno l'aumento.
(FONTE: La Repubblica)

"Ma come fa Moratti a spendere 12 milioni e mezzo per Mancini?". Persino il premier, Silvio Berlusconi , uno che non ha mai avuto problemi di portafogli, è rimasto stupito dalla vicenda Inter-Mancini. "Adesso - ha continuato scherzando - anche gli usceri di Palazzo Chigi mi chiedono l'aumento...". E pensare che il calcolo del Berluska è sbagliato per difetto: il tecnico ha ancora 4 anni di contratto a 6 milioni di euro a stagione, quindi in totale fanno 24 (ovvero 48 lordi) e non 12 e mezzo!

(FONTE: PuntoSport)



Rapporto Istat: in Italia cresce disagio economico

Una famiglia italiana su tre fa fatica ad arrivare alla fine del mese, il 28% ha serie difficoltà ad affrontare una spesa imprevista anche di 600 euro e oltre il 66% non riesce più a mettere un euro da parte. Non solo, il calo della produttività dell'Italia ha fatto crollare stipendi e redditi, ora più bassi del 13% rispetto alla media Ue. Segnali preoccupanti che emergono dal Rapporto annuale dell'Istat, in base ai dati del 2006.

"Non vi è dubbio che siamo in un momento di difficoltà economica con investimenti e consumi delle famiglie che sono fermi o in regresso. Affinchè tornino a crescere e aumenti il reddito disponibile delle famiglie, occorrono interventi energici". Lo ha sottolineato il presidente dell'Istituto di Statistica Luigi Biggeri, aggiungendo: "Pur essendo una delle economie più avanzate del mondo, l'Italia è frenata nel suo sviluppo da vincoli strutturali che richiedono interventi di ampio respiro", anche perché gli aumenti di petrolio e cereali "hanno un impatto forte sui margini delle imprese e sul potere di acquisto delle famiglie".
Secondo Biggeri "è importante riuscire a migliorare i conti della pubblica amministrazione, riducendo come è necessario la pressione fiscale". Bisogna "spezzare le spirali del ritardo di sviluppo, favorire la diffusione dei comportamenti virtuosi soprattutto a livello di sistema locale del lavoro e accelerare i processi che stanno ridisegnando la geografia economica e sociale del Paese".

Il rapporto dell'Istat sottolinea infatti non solo il dualismo nord-sud, ma anche quello tra le imprese che hanno saputo reagire al declino e che consentono di essere "prudentemente ottimisti" dal punto di vista economico, e le aziende che ancora non investono su prospettive di crescita e che non colgono gli stimoli della modernizzazione.

UNA FAMIGLIA SU TRE ARRIVA CON DIFFICOLTA' A FINE MESE
I commenti di Biggeri si basano sui dati Istat piuttosto allarmanti. Una famiglia su tre in Italia, e addirittura quasi una su due al Sud, arriva con difficoltà alla fine del mese. Per il 14,6% delle famiglie, la famosa "quarta settimana" è davvero un incubo e la supera con "molta difficoltà" ma la quota sale al 21,1% nel Meridione e al 22,6% nelle isole, mentre si ferma all'10,3% al Nord Est. Se si aggiungono quelle che dichiarano di avere "difficoltà" si arriva al 34,7% della media nazionale e al 45,9% nelle Regioni meridionali.

E quasi una famiglia su tre, e cioè il 28,4%, non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare e il 66,1% delle famiglie (oltre la metà) dichiara di non essere riuscita a mettere da parte risparmi nell'ultimo anno.

Alla fine del 2006, inoltre, il 4,2% delle famiglie racconta di non aver avuto denaro per comprare il cibo, il 10,4% per le spese mediche, il 7% per il trasporto, l'11,7% per le tasse e il 16,8% per l'acquisto di vestiti. Giudicano pesanti le spese per la casa ben il 61,1% delle famiglie che hanno acceso un mutuo e il 50% di quelle che pagano l'affitto. A confermare il trend negativo il fatto che, se si prende in considerazione il "benessere percepito", si registra un calo sostenuto della quota di persone soddisfatte della propria situazione economica: dal 64% del 2001 si passa al 50,2% del 2006.

A livello territoriale le difficoltà sono particolarmente rilevanti per i nuclei che abitano al Sud e per quelli che risiedono nelle aree metropolitane. Particolarmente esposte a situazioni di disagio economico e più spesso in ritardo nei pagamenti, inoltre, le famiglie in cui sono presenti figli minori e quelle composte da persone sole.

La mappa del disagio riflette, naturalmente, quella della distribuzione dei redditi. Se nel 2005, infatti, il reddito netto delle famiglie residenti in Italia (escludendo i fitti imputati) è pari in media a 27.736 euro, circa 2.300 al mese, quelle con un solo percettore di reddito hanno guadagnato in media poco più di 16.600 euro. A livello regionale, l'Istat rileva, inoltre, che il 38,1% delle famiglie residenti al Sud appartiene alla fascia di reddito più bassa. Considerando le tipologie familiari, infine, si scopre che per i nuclei con figli minori è più frequente la collocazione nella parte meno ricca della distribuzione dei redditi, in particolare per quelli con un solo genitore. La probabilità di trovarsi nella fascia più povera aumenta all'aumentare del numero dei figli: quasi la metà delle famiglie con tre o più minori appartiene al quinto più povero della popolazione, contro il 22,4 e il 29,2% delle famiglie con uno o due minori.

IN 6 ANNI REDDITI CROLLATI DEL 13% RISPETTO A MEDIA UE
In sei anni il reddito per abitante degli italiani è crollato del 13% rispetto alla media europea. Un crollo pazzesco se si considera che solo nel 2000 era del 4% più alto della media dell'Unione, nel 2006 è sceso a oltre 8 punti sotto la media. Tra il 1995 e il 2006 le retribuzioni orarie reali sono aumentate solo del 4,7%, un incremento decisamente inferiore a quello registrato in altri paesi europei. Se infatti per un ristretto numero di paesi (oltre all'Italia anche Spagna, Paesi Bassi e Germania) le retribuzioni aumentano in misura molto contenuta, in altri, in particolar modo in Francia e Svezia, la crescita è di cinque o sei volte più consistente.

LA CASA PESA SUL BILANCIO DELLE FAMIGLIE
La casa pesa sul bilancio delle famiglie povere per il 31,1%, e appena per l'8,5% per quelle ricche. Non solo, ma chi ha meno reddito è "costretto" quasi sempre ad andare in affitto: in generale, il 14% del reddito familiare viene destinato alle spese per l'abitazione. Ma la quota sale al 27% per chi ha acceso un mutuo: vale a dire 800 euro mensili.
L'incidenza della voce "casa" (condominio, riscaldamento, gas, acqua, manutenzione ordinaria, elettricità, telefono, affitto e interessi passivi sul mutuo) sul bilancio delle famiglie più povere arriva a toccare il 31,1%, mentre per le più ricche rappresenta appena l'8,5% del reddito.
Tradotto in moneta sonante tutto ciò significa che mediamente, a fronte di un reddito netto di 2.311 euro mensili, una famiglia investe per la casa 315 euro al mese, la spesa scende a 273 euro per le famiglie proprietarie di un'abitazione, mentre sale a 503 euro per quelle in affitto. Particolarmente elevati i livelli di spesa delle famiglie gravate da un mutuo (il 13%): circa 470 euro mensili se non si considerano le uscite per il rimborso del capitale, in caso contrario la spesa raddoppia fino a circa 800 euro mensili. Le spese per l'abitazione sono più onerose nei comuni di maggiori dimensioni e al Nord. Sono più di otto su dieci le persone che vivono in case di proprietà, in usufrutto o in uso gratuito. Quelle in affitto sono invece il 18,2% su scala nazionale e il 27% nelle aree metropolitane. A "sceglierlo" le famiglie con i redditi più bassi.
(FONTE: TgCom Merdaset)

Califfo ha detto...

CALCIO, INTER; STAMPA SPAGNOLA: E' CLUB PIU' SPENDACCIONE
Vasto eco ha avuto nella stampa spagnola l'ingaggio del tecnico portoghese Josè Mourinho da parte dell'Inter: "L'Inter si affida a Mourinho", "La sfida del nuovo Helenio Herrera", El Pais sottolinea il "matrimonio fra il tecnico con più glamour d'Europa e il club più spendaccione del mondo", come annota El Pais. All'ingaggio dell'Inter da nove milioni di euro, "senza precedenti" per un allenatore, il quotidiano dedica un ampio reportage, che fa i conti in tasca alla società di Moratti: "E' quasi il doppio di quanto sborsava per il predecessore Mancini e di quanto Mourinho percepiva nel club londinese".

Califfo ha detto...

CALCIOGATE/ BUFFON, DEL PIERO E NEDVED: NESSUNA MINACCIA DA GEA
I big della Juve in aula come testi della difesa

Roma, 17 lug. (Apcom) - "Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea". In termini e con accenti diversi il concetto è stato ripetuto dai giocatori della Juventus Gianluigi Buffon, Nicola Legrottaglie, Pavel Nedved e Alessandro Del Piero. Dai dirigenti bianconeri Ciro Ferrara, Gianluca Pessotto ed Alessio Secco. Dagli ex difensore della squadra di Torino, Alessandro Birindelli e Daniele Gastaldello e dall'ex riserva di Buffon, Antonio Mirante. Un pezzo importante del calcio italiano, della squadra più antica d'Italia oggi è andato sul banco dei testimoni nel processo in cui sono imputati, Alessandro e Luciano Moggi, Pasquale Gallo, Francesco Ceravolo, Franco Zavaglia e Davide Lippi. Di tutti i giocatori e dirigenti il solo Ferrara ha rivolto un cenno di saluto all'ex direttore generale.

Rispondendo alle domande dell'avvocato Matteo Melandri, della difesa di Luciano Moggi, i campioni bianconeri hanno ripercorso in breve i passaggi della loro carriera, i rinnovi contrattuali, gli agenti che li hanno assistiti e che sono ancora accanto a loro. Il solo Legrottaglie è seguito oggi da Alessandro Moggi. "E le cose non sono certo andate bene perché ero alla Gea - ha detto il difensore centrale - Perché se non dai tutto in campo, se non ti impegni, si può perdere tutto in un attimo. Io ero arrivato in nazionale quand'ero al Chievo e poi però ho giocato male e sono stato mandato in prestito". Pavel Nedved alla domanda se avesse ricevuto minacce ha risposto con un secco 'no' ribadendo che il suo procuratore da sempre è Carmine 'Mino' Raiola. "In otto anni di Juventus ho fatto due rinnovi contrattuali e sono sempre stati trattati da lui".

Del Piero, a differenza degli altri giocatori sentiti oggi, è stato il solo a spiegare di esser lui che paga la proviggione prevista al proprio procuratore. "Ho sempre fatto così", ha detto. Negli altri casi, invece, tutti hanno spiegato che è la società a fornire la quota percentuale per gli agenti. Il presidente della II sezione del tribunale, Luigi Fiasconaro, a fronte di una certa vaghezza nei ricordi dei giocatori più giovani ha commentato con un sorriso: "A volte quando si parla di compensi a volte la memoria si fa imprecisa".

http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/20...a,15469981.html

PROCESSO GEA: I BIG DELLA JUVENTUS, MAI MINACCIATI DA MOGGI

(AGI) - Roma, 17 lug. - Luciano Moggi, nella veste di direttore generale della Juventus, non ha mai minacciato alcun giocatore in sede di rinnovo contrattuale invitandolo a cambiare procuratore affinche' ne venisse scelto uno in orbita Gea dove lavorava il figlio Alessandro. A ribadirlo, senza alcun indugio, sono stati oggi i big del club bianconero piu' un paio di ex giocatori, convocati in aula dalla difesa di Moggi nel processo romano alla Gea. Pavel Nedved (agente Carmine Rajola), Alessandro Del Piero (tutelato nel corso degli anni da Rizzato, D'Amico-Pasqualin e alla fine dal fratello), Gianluigi Buffon (procuratore Silvano Martina) e poi gli ex difensori Gianluca Pessotto (che stava con Sergio Berti) e Ciro Ferrara ('curato' da Bonetto) hanno spiegato ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma 'che mai nessuna pressione e' stata esercitata dal dottor Moggi e che i rinnovi del contratto venivano firmati alla presenza dei singoli agenti e dello staff dirigenziale della Juventus'. Chi ha lamentato, addirittura, di 'aver perso tutto, a cominciare dalla Nazionale', una volta scelta la Gea, e' stato il terzino bianconero Nicola Legrottaglie, da cinque anni assistito da Moggi jr: 'Ho sempre pensato che la carriera di un giocatore non dipenda dal procuratore che uno si e' scelto ma dalle prestazioni offerte in campo'.

http://www.agi.it/sport/calcio/notizie/200...om1108-art.html